ANIMO D'ARTISTA
Un artista per
definizione dovrebbe essere uno spirito libero, sciolto
dal giogo della necessità, un essere capace di giocare
con la gravezza del vivere quotidiano e quindi sempre
nella possibilità di volare, di afferrare ciò che
altri, magari, riescono appena ad intravede. Un animo
candido e fresco come quello di un bambino, un essere
cioè molto ricettivo e curioso, sempre animato dal
desiderio di conoscere ed imparare, ma anche disponibile,
generoso nelloffrire se stesso.
Un animo risultato da una costante opera di raffinamento,
sul quale la meditazione e il dolore esistenziale hanno
lavorato con il cesello, levigando asperità e vuoti,
facendo dellinteriorità unopera darte,
per creare in un uomo comune un animo speciale, nobile.
Uomini di questo tipo esistono, artisti di nome e di fatto si possono incontrare nella vita, e questo é il caso di Sergio Zen.
Zen opera in uno studio
custodito in un borgo fra i pendii rocciosi di Valdagno ,
un luogo isolato che favorisce la riflessione,
lintrospezione.
Il suo modo di fare, i gesti, le parole, già rivelano la
sua personalità aperta, luminosa, non incattivita dal
malizioso consorzio umano mentre la sua interiorità
sembra accendersi a contatto con lesterno: ne
nascono infinite situazioni intensamente poetiche che
egli poi trasfonde nei suoi dipinti. Non si tratta di
mera psicologia, di lettura psicoanalitica
dellopera darte, ma un riconoscere una
pittura che nasce come atto di generosità verso il mondo
e non solo come autoaffermazione dellego. Il suo
trasporto verso gli altri lo si sente trasmesso anche sul
piano della scelta espressiva, nel dotarsi un linguaggio
fatto di segni come gesti, campiture di spaziocolore
interpretati come emanazione, effusione di energia
rigenerante. Che tutto poi sia manifestazione di energia
sembra ribadito dalla sua insistenza sulla "poetica
del colore": "il colore come emozione
pura" (S. Zen) vive dentro lartista e la
realtà diviene occasione, stimolo per traduzioni
creative dellintensa vita interiore.
La pittura, dunque, in Zen nasce prima di tutto da una
prepotente passionalità, da un desiderio di agire più
che di contemplare, di comunicare. Non cé
distacco, anzi, i suoi quadri ci catturano e ci portano
al loro interno o si donano alla nostra sensibilità
riversandosi come fiumi gravidi su una terra riarsa. La
fluidità delle stesure, infatti, sembra continuamente
rinnovata da una fonte perenne, e lascia sulla tela una
sostanza attiva, vibrante, irradiante di emozionalità.
Di qui la scelta formale delle superfici che si
sovrappongono, si stratificano o slittano; di qui gli
interventi di unità segniche che si posano leggere ed
aeree, tocchi ritmici a volte marcatamente lirici.
Ogni dipinto incendia di calore la nostra mente e il nostro cuore, elimina lestraneità esterno-interno, le barriere, i confini, le gerarchie di ciò che sta sotto e ciò che sta sopra: permette di penetrare nel profondo del suo animo e del nostro senza spaventarci, bensì arricchendoci di autentica esperienza sensoriale.