OPERE D'ARTISTA

Un pittore italiano I dipinti di Sergio Zen, gli ultimi in particolare, sviluppano una tematica volta a tradurre stati emozionali, topografie psichiche che ci investono come tempeste magnetiche , ma che ritrovano equilibrio in composizioni meditate, calibrate nei pesi, nell’estensione delle campiture, negli accenti a volte lirici come canti di un animo candido alla luna o al sole infuocato.

"Giorno e notte" (1993) presenta, infatti, una sovrapposizione di campi di colore, dall’azzurro chiaro, al blu scuro, al giallo ocra chiaro, al blu intenso: superfici screziate da un dinamismo pulsante, seppure direzionato principalmente in diagonale, creano echi di colore e contrasti timbrici che procurano emozioni traboccanti, insieme ad un contenuto stupore. La situazione poetica si svela qui proprio nel ‘sentire’ il giorno nella notte, come nel magico chiarore della luna piena, e la notte nel giorno come nell’ombra di un assolato mattino d’estate. E’ nel momento del trapasso, della trasmigrazione di stati e situazioni che Zen capta la musicalità dell’animo, può ascoltare tutto l’accadimento interiore. Non intende cioè fissare , fermare ciò che si evolve in momenti di configurazione, ma cogliere proprio questo movimento nel suo farsi; per questo importante diviene il moto, il trascolorare, l’accendersi, il fluire incessante.
Se in "Arioso n. 5" (1994) il tema del colore azzurro viene sondato nelle più interne profondità, per addensamento o rarefazione, o per leggere variazioni cromatiche con tendenze contrastanti, in "Calda terra" (1996) si affrontano vampate di colore azzurro-blu e rosso con giallo ocra chiaro e aranciato: sono atti di forza, irruenti voci che tendono all’unità dei contrari.
Calda terra E’ comunque certo, che tutte le manifestazioni del mondo di Zen sia votato alla valorizzazione del fenomeno del colore in quanto tale, e il suo sia un’operazione di inviato all’ascolto e alla comprensione di quanto c’é di vitale intorno a noi e nelle sue opere; ci insegna ad assorbire le potenzialità del colore stesso, quasi fossero forze trasmissibili, energie rivitalizzanti per ‘sentire’ il nostro autentico essere in sé.